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Ma cosa c’entra la preghiera universale con la croce di Gesù Cristo?

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Questo giornale  e chi scrive non hanno mai avuto paura di assumere posizioni scomode, irrituali o del tutto solitarie. E lo fa anche oggi, a distanza di alcune ore dal momento di preghiera interreligiosa avvenuto giovedì sera a Magenta, in piazza Liberazione, col prevosto don Giuseppe Marinoni e i rappresentanti delle altre confessioni religiose. Un evento che abbiamo annunciato, seguito e ‘riportato’. Nelle stesse ore, tuttavia, abbiamo letto le considerazioni circa l’evento di ieri pubblicate a cura della Fraternità Sacerdotale San Pio X, l’emanazione diretta del pensiero e dell’opera di monsignor Marcel Lefebvre (dopo una vicenda dottrinale lunga e complessa, la Fraternità ricevette le remissione della scomunica nel 2009, sotto il pontificato di Benedetto XVI). Le riserve, ad avviso di chi scrive, sono del tutto condivisibili. S’insinua difatti, abitualmente, il rischio di far scivolare la preghiera a una generica summa di buone intenzioni, che non hanno nulla di male ancorché appaiano in evidente distonia col messaggio centrale della fede cattolica, ossia il sacrificio di Gesù Cristo. E invece, da tempo ormai, assistiamo all’aderenza sempre più marcata tra un generico ‘umanitarismo’ e il nocciolo della Fede Cristiana, che è semplicemente diversa dalle altre.

Ora, sul COME rapportarsi a questa evidente alterità si discute da almeno un secolo, considerando che il Concilio Vaticano II risale al 1965, e fu preceduto da lunghe discussioni. Il tema, tuttavia, è quello della VERA e AUTENTICA libertà di espressione. E’ possibile- in buona sostanza, visto che trattiamo di buone intenzioni- una narrazione diversa in tema di ecumenismo, rispetto al pensiero e all’azione dell’attuale Pontefice, Sua Santità Papa Francesco? Speriamo di sì. Pertanto lo facciamo riproponendo estratti di un intervento della Fraternità San Pio X e di un’intervista a mons. Lefebvre risalente al 1978. Contenente parole ancora estremamente attuali. Buona lettura. E buona Libertà (di espressione).

Fabrizio Provera

Vatican News riferisce che Papa Francesco ha aderito alla “Giornata di preghiera promossa dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana per chiedere al Signore la fine della pandemia del Covid-19”. Alla fine della Regina Coeli, domenica 3 maggio 2020, Francesco ha accolto con favore questa iniziativa ricordando che “la preghiera è un valore universale”. L’invito è per “i credenti di tutte le religioni” perché  “si uniscano spiritualmente in una giornata di preghiera e digiuno e opere di carità”, con l’obiettivo di “implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia di coronavirus”. Per comprendere appieno questa iniziativa, è necessario conoscerne l’origine e le basi intellettuali.

 

Il documento sulla fratellanza umana
Ma Papa Francesco sta ora implementando una nuova dimensione dell’ispirazione conciliare iniziale. Il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, ha firmato con il Grande Imam dell’Università Al-Azhar un “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”. Il testo è stato giustamente denunciato come empietà, poiché afferma che “il pluralismo e la diversità di religione” sono frutto della “Sapienza divina”.

A seguito di questo incontro, il 20 agosto 2019 è stato creato un Alto Comitato per la Fratellanza umana con l’obiettivo di mettere in pratica la dichiarazione. Il primo incontro si è tenuto alla Casa Santa Marta, in Vaticano, l’11 settembre (…) Il Comitato ha lanciato il 15 novembre il progetto della “Casa della Famiglia Abramitica”, una struttura comune che comprende una sinagoga, una moschea e una chiesa. I tre luoghi di culto saranno uniti da fondamenta uniche e collocati all’interno di un giardino, evocando il nuovo Eden. Un quarto edificio ospiterà la sede del Centro di studi e ricerche per la fratellanza umana (…)
Un giorno di preghiera interreligiosa
Un’altra iniziativa dell’Alto Comitato è quindi l’invito del 14 maggio 2020 a una preghiera che unisce i credenti di tutte le religioni. Papa Francesco l’ha accolto e incoraggiato naturalmente. Ma non è l’unico.

Infatti, il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli ha fornito il suo appoggio, così come il segretario generale delle Nazioni Unite. I due, ha affermato il cardinale Ayuso Guixot, “saranno come tanti altri in comunione il prossimo 14 maggio per vivere questo momento di unità della famiglia umana”.

La data scelta, il 14 maggio, era la data inizialmente prevista da Papa Francesco per la riunione del “patto educativo” che aveva lanciato sulla scia dell’enciclica Laudato si’ e del Documento sulla fratellanza umana. A causa della pandemia, questo incontro era stato rinviato ad ottobre.
Un ramo religioso delle Nazioni Unite
La “comunione” con le Nazioni Unite segna una nuova tappa nello sviluppo di una concezione globalista della religione, concepita come una sorta di movimento di animazione della democrazia universale – o MASDU, secondo la formula del padre Georges de Nantes (…)

Ciò corrisponde all’obiettivo perseguito dalla massoneria sin dalla sua fondazione. L’umanità deve sostituire la Chiesa e il cristianesimo. È la società della salvezza universale. I diritti umani devono sostituire il Vangelo. La forma terrena del regno di Dio è la democrazia mondiale. La Chiesa non è altro che una ONG tra le altre, garantendo il contributo di una vaga spiritualità a coloro che credono in Dio.

Monsignor Marcel Lefebvre

PASSI DI UN’INTERVISTA A MONS. LEFEBVRE DEL 1978

L’Islam accetta Gesù come profeta e ha un grande rispetto per Maria, e questo pone certamente l’Islam più vicino alla nostra religione rispetto, per esempio, al Giudaismo, che è molto più lontano da noi. L’Islam è nato nel VII secolo e ha tratto vantaggio, fino a un certo punto, degli insegnamenti cristiani di quel tempo (…)
O Gesù Cristo è il Figlio di Dio e il Signore e Salvatore o non lo è. Si tratta di un caso dove non ci può essere il minimo compromesso senza distruggere il fondamento stesso della Fede cattolica. Questo non vale solo per le religioni che sono direttamente contrarie alla divinità di Gesù Cristo come Figlio di Dio, ma anche per le religioni che, senza opporsi a Lui, non Lo riconoscono come tale.
Quindi Lei è molto sicuro e dogmatico su questo punto?
Completamente dogmatico. Ad esempio, i musulmani hanno un modo molto diverso dal nostro di concepire Dio. La loro concezione di Dio è molto materialistica. Non è possibile dire che il loro Dio è come il nostro stesso Dio.
La carità cristiana non tenterebbe di evitare di indurire le differenze e divisioni che potrebbero essere appianate?
Le differenze e le divisioni fanno parte di questo mondo. L’unità della Chiesa può essere acquisita soltanto con l’esempio e il costante impegno per la nostra Fede cattolica. La carità comincia con la fedeltà alla propria Fede.
Che cosa le fa credere che un numero significativo di ortodossi, protestanti o musulmani la sostengano?
A parte i contatti diretti, i frequenti contatti che queste persone hanno avuto con me; vi è stato, per esempio, un ampio sondaggio condotto da un noto giornale di Parigi, e sono stati interrogati i membri di queste varie confessioni. Il risultato è stato che, lungi dal trovare la nostra fede offensiva o minacciosa per loro, ammiravano la posizione chiara che stiamo mantenendo. Al contrario essi mostrano disprezzo assoluto per tutti quei cattolici liberali che stanno tentando di fare un miscuglio della nostra Fede cattolica e della loro religione.
Ma Dio non è lo stesso Dio per tutte le persone del mondo?
Sì. Io credo che Dio è lo stesso Dio per l’universo intero, secondo la Fede della Chiesa cattolica. Ma la concezione di Dio differisce notevolmente da religione a religione. La nostra Fede cattolica è la sola e unica vera Fede. Se non vi si aderisce appieno, non ci si può professare cattolici. La nostra Fede non possiamo comprometterla in alcun modo col mondo. Il Dio secondo i musulmani dice: “Quando andrai in Paradiso, sarai cento volte più ricco di come sei ora sulla terra. Questo vale anche per il numero delle mogli che hai qui sulla terra”. Questa concezione di Dio è ben lungi quella del nostro Dio e Salvatore.

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