Delitto Garlasco: carabinieri a pm, ‘trattare caso come terrorismo’

Nuovi particolari sull'indagine

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I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno chiesto alla Procura di Brescia di poter trattare l’indagine su Mario Venditti e la presunta corruzione nel delitto di Garlasco come un caso di terrorismo internazionale.

E’ quanto emerge dalla richiesta di “acquisizione dei tabulati telefonici” presentata il 16 luglio 2025 al Procuratore Francesco Prete su 16 utenze telefoniche intestate agli ex carabinieri di Pavia, Silvio Sapone, Giuseppe Spoto e Antonio Scoppetta, quest’utlimo detenuto e condannato a 4 anni e mezzo nell’inchiesta ‘Clean’ della Procura di Pavia. I militari che hanno riaperto a settembre 2017, nel 2020 e infine nel 2024 il fascicolo sull’omicidio di Chiara Poggi hanno chiesto di attivare quanto previsto in materia di “conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico” dalla legge italiana del 2017 che ha recepito la direttiva europea sulla “lotta” e il “contrasto del terrorismo, anche internazionale” per poter agire “in deroga” al “codice in materia di protezione dei dati personali”.

In particolare, nell’annotazione firmata dal maggiore Federico Smerieri, si chiede di poter acquisire i tabulati degli ultimi 6 anni (“72 mesi”) invece che gli ultimi 2 anni. Un arco temporale che comunque coprirebbe fino a metà del 2019, oltre 2 anni dopo la prima archiviazione di Andrea Sempio chiesta il 16 marzo 2017 da Venditti con la pm Giulia Pezzino e il procuratore di Pavia, Giorgio Reposo, e disposta una settimana dopo dal gip Fabio Lambertucci.

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